giovedì 17 aprile 2008

Pioggia di nostalgia

Sta scendendo una pioggia leggera che lucida le strade e riflette le luci arancione dei lampioni, sembrano lacrime del cielo che lascia scorrere la sua nostalgia.
Se non fossi così stanco stasera uscirei a bagnarmi di questa pioggia, uscirei per sentire queste gocce di sale e di zucchero sul viso, uscirei per perdermi in un pensiero e per ascoltare la voce del silenzio.
Le lacrime non sono mai versate invano, come invano non si soffre mai di nostalgia, bisogna saperne capire il sapore per capire se è solo l'amarezza di un cielo che ci è stato negato, senza che ce ne abbiano mai spiegato il motivo, o se la dolcezza esiste dietro il loro gusto agro. Quel gusto agro che senti quando qualcosa ti sfugge senza poterlo afferrare, ma del quale non riesci a staccarti mai veramente dopo averne apprezzato l'essenza, dopo averne apprezzato la vita che conteneva.
Vorrei fuggire da quello che non potrò mai avere, vorrei nascondermi dietro le mie fughe per non vedere quel mondo che non riesco a cogliere e se qualcuno si accorge di me e mi chiede cosa sia questo da cui scappo, vorrei mettermi una mano davanti al viso e come un bambino, vorrei pensare che col momdo sono diventato invisibile anch'io...e con lui vorrei pensare che non esiste più niente di questa realtà che non so cogliere.
Ma la realtà c'è, c'è e torna sempre a galla, non si può sfuggirgli! E capire quale sia la realtà che ci portiamo dentro è l'unico modo per riuscire a conviverci, ad accettarla, a dominarla.
La realtà che ci portiamo dentro è la nostra fedele compagna, è figlia delle nostre opere e delle nostre omissioni, come la nostalgia per quel qualcosa che non riusciamo a cogliere come vorrebbe la nostra volontà.
Bisogna vivere per dargli un nome, per scriverne, per quel tanto o poco che ne siamo stati protagonisti, la storia dei suoi giorni così come ha attraversato i nostri giorni.
Dobbiamo farlo senza fare sconti ai diavoli o ai santi che esistono in noi e senza negare quello che ci ha lasciato dentro e che non sappiamo scacciare, o che forse non vogliamo scacciare senza riuscire a dirlo mai soprattutto a noi stessi!
Renato

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Caro Renato la vita non ci lascia molte alternative che non viverla.
I più coraggiosi sono coloro che hanno la visione più chiara di ciò che li aspetta, così della gioia come del pericolo, e tuttavia l’affrontano.
Ti lascio un abbraccio.
Ci vediamo presto

Anonimo ha detto...

la pioggia e' il nostro vivere.

Respingere, o evitare, la pioggia non serve a molto: essa puo' travolgerci se incanalata tutta in una diga che poi straripa.

Meglio affrontare la pioggia che un' ondata di piena.

Ciao da Roma.

Fabbri