giovedì 31 gennaio 2008

"Pica" nuovo cd di Davide Van De Sfroos

E dopo la splendida serata che Davide Van De Sfroos ci ha regalato a Paullo nel novembre scorso, non posso esimermi dal comunicarvi con mio grande piacere le prossime novità sul suo conto.

L'8 febbraio esce il nuovo cd del Davide, "Pica" che è il grido con cui i Minatori diFrontale esortavano sè stessi al loro duro lavoro, un grido che diventa un suono nel tentativo di rendere umano e sopportabile il duro lavoro della miniera.

A questo seguirà un altro appuntamento importantissimo... il 19 aprile al Datch Forum di Milano, unico concerto invernale del Davide, credo che sarà un concerto da ricordare sicuramente.
per questa occasione vi segnalo tre punti vendita dei biglietti che non appaiono ancora nelle rivendite ufficiali.


Farmacia Re 20038 Seregno (MI) Via Parini, 66 tel o362 236154

Bar Oratorio San Luigi Bareggio (Mi) Via iv Novembre 42 Tel 02 9013270 3290976530

Bar Oratorio Frassati Paullo (Mi) Via Mazzini 31 Tel 0290632023 3471124523

Per quanto potete, vi invito a comprare i biglietti in queste situazioni, perchè in queste realtà una parte del prezzo del biglietto viene devoluto per scopi benefici.
Forza gente, accorrete.
Renato

martedì 29 gennaio 2008

E sempre collegandomi all’avventura di Scarabelli, un'altra cosa mi sembra degna di nota.
Matteo raccontava di come riusciva a relazionare con persone di etnie così diverse nei modi più disparati possibili, ma questo dà misura di come in realtà, usando le sue parole, noi conosciamo davvero poche lingue straniere.
Già, era magari facile che in Egitto si trovassero giovani che, avendo lavorato nei villaggi turistici Italiani, conoscessero l’Italiano, ma non parlavano poi altra lingua che l’arabo. Questo per dire come la nostra conoscenza delle lingue straniere che si studiano tradizionalmente, spesso risulti insufficiente davanti a quella parte di mondo che sta diventando sempre più terreno emergente nella società e nella socialità di oggi.
Questo tipo di situazione si ripeteva spesso attorno al mediterraneo, ma anche in altre zone che per la crescita economica stanno diventando importanti. Mi riferisco a molti paesi Asiatici e dell’Europa dell’est.
Eliana aveva una naturale predisposizione per le lingue straniere, parlava ormai con l’uguale naturalezza dell’Italiano, Inglese e Francese e molto bene anche il Tedesco.
La sua base classica l’aveva molto aiutata in questo, aveva lungamente studiato il latino.
Bene, nonostante tutto, aveva già sentito l’esigenza di studiare anche lo Spagnolo ritenendola una lingua emergente. La cosa poi non è avvenuta in modo approfondito perché essendo molto impegnata negli studi ( lo Spagnolo mi diceva che ha una grammatica fra le più impegnative), in quel momento non si sentiva di affrontare anche quello studio che rappresentava un qualcosa in più al quale non aveva troppe energie da dedicare.
Nei circuiti turistici le nostre lingue europee si possono parlare facilmente, ma poi quando ci si rivolge alle persone comuni, ci possono essere grosse difficoltà, ed è soprattutto a quelle persone che per lavoro poi ci si trova a fare riferimento.
Ora, al di la dello Spagnolo come lingua emergente, consiglio vivamente ai nostri ragazzi di guardare davvero oltre, di guardare a quei paesi di nuova economia che presto si dimostreranno molto importanti per i nostri mercati e per le nostre relazioni interculturali… è importante sapere almeno una delle lingue di quei paesi, l’Arabo, il Cinese, il Russo, il Giapponese, ecc ecc…
Tenete conto, ragazzi, che quando si è all’estero una lingua straniera già la si conosce, la propria… e questo abbinato alla conoscenza della lingua del paese dove vi trovate, dà indubbi vantaggi di sviluppo lavorativo di buon livello, coraggio quindi, anche se sembrano ostiche… studiate almeno una di quelle lingue che domani possono fare la differenza, in Italia come all’estero.
Renato

giovedì 17 gennaio 2008

Aggiunto un testo nella sezione "pensieri e parole" della bacheca, pagina dello spettacolo teatrale con Giovanni Baglioni.

domenica 13 gennaio 2008

Gli occhi degli uomini semplici

Ieri sera ero ad una serata organizzata dal gruppo Pedale Paullese, una serata in cui un giovane giornalista, Matteo Scarabelli, ha raccontato con vivacità, divertendo e divertendosi, un suo viaggio in bicicletta attorno al bacino del mediterraneo.
Impressionante lo scorrere delle immagini visive e raccontate del suo viaggio attraverso popoli molto diversi per cultura e tradizioni, storia e religione. Ma impressionante anche la similitudine fra i singoli personaggi umani, tutti in cerca di una vita dignitosa e tranquilla, una vita volta a guardare al futuro con un minimo di speranza.
Per questo vi rimando a quella parte del testo teatrale che abbiamo aggiunto nella sezione Pensieri e parole, testo spettacolo teatrale con Giovanni Baglioni. (Clicca QUI' per accedere direttamente)


Renato

Domani finirà di piovere...

Stamattina ho aperto la mia finestra, ho guardato il cielo con fiducia, ho visto soltanto una densa coperta a coprire l'azzurro.
Ho guardato attorno a me, ho visto i mille cerchi che si allargavano nelle pozzanghere, l'acqua correre sui lati dei marciapiedi incontro ad una bocca che la inghiottiva, le tegole rosse delle case lucide e felici di fare il loro lavoro di protezione delle case, i campi avidi di quel nutrimento.
Le persone passavano protette da un ombrello, qualcuna frettolosa, qualche coppia indugiando nei loro respiri che si incrociavano, qualcuno solo protetto dal cappuccio del loro mantello e pensavo a quante volte anch'io ho sentito sui sentieri di montagna la musica della pioggia che rimbalzava sulla mia mantella, quando mi sorprendeva lassù, punto al limite dell'orizzonte, tanto piccolo in mezzo all'immenso.
Questo cielo pieno di nuvole che corrono qui e là, che vanno e vengono nel loro incedere che non sappiamo dove porta e se abbia un senso, l'unica cosa che sappiamo è che ci nasconde l'azzurro, ma che l'azzurro c'è.
Ed allora andiamo, con un ombrello, con il cappuccio alzato della giacca a vento, con i capelli bagnati, ma andiamo perché non si può fermare la pioggia quando è giusto che cada e non si può nemmeno fermare il nostro cammino.
E questa pioggia cade decisa, ma delicata, cade sicura, ma vitale sul tempo e sulla vita, cade su di noi e sul mondo che abbiamo intorno, cade sopra gli ombrelli, sui cappucci, sui capelli sulle guance e sulle mani e una volta tanto, se il viso è bagnato non significa che abbiamo pianto.
Domani... domani finirà di piovere...
E domani cammineremo ancora, perché avrà finito di piovere, cammineremo più decisi fermandoci solo ad indugiare su ciò che di bello lascia una giusta pioggia come questa... ci incanteremo con i fiori che spunteranno nei campi, ci rinfrescheremo il viso con l'acqua di un torrente, respireremo un'aria più fresca che ci avrà lasciato trasparenze di orizzonti lontani... domani rivedremo l'azzurro, quel punto lontano che ancora dobbiamo raggiungere e domani diverrà il nostro oggi.
Quel domani da chiamare disperatamente, perché diventi davvero un nuovo oggi, nel susseguirsi della vita
.

Renato

venerdì 11 gennaio 2008


Il giorno della befana passa... ma le befane restano!