sabato 24 novembre 2007

IL BLOG DI PAULLO SCRIVE.....

Un folto e appassionato pubblico ha applaudito con entusiasmo all’Auditorium Frassati di Paullo domenica 11 novembre Davide Bernasconi, in arte Van De Sfroos, il menestrello del lago di Como. Quasi tutte le sue canzoni fanno capo al lago, al suo spirito profondo, ai suoi lati sporchi e puliti, alle sue luci e alle ombre, ruotando attraverso tutti i paesi rivieraschi. Il suo repertorio, per lo più scritto e cantato in dialetto tremezzino (o laghée), è resa ancor più realistico e forte da storie che, anche se scomode, sono assolutamente poetiche. Storie di semplice ed umile umanità elevate ad autentica lirica. Il ricavato del concerto, organizzato dall’associazione Esserci, è stato devoluto in beneficenza alla Croce Bianca di Paullo. Il concerto è stato preceduto dalla lettura, eseguita dalle ragazze del gruppo teatrale Frontiera, di testi di Renato e Rita Castelli, i fondatori dell’associazione che ha come scopo quello di ricordare la figlia Eliana, venuta a mancare ventenne tre anni fa. Con la sua chitarra, vibrante tra le mani, accompagnato dal virtuosismo del violino di Angapiemage Persico e dall’intensa voce di Tiziana Zoncada, Davide ha intrattenuto senza tregua il suo pubblico in quasi tre ore di parole e musiche altamente evocative, inframmezzate da battute e aneddoti di frugale comicità. Indimenticabili i personaggi - spessissimo dei veri outsider - del costruttore di motoscafi, del nonno e i biblici Adamo ed Eva scacciati dal Paradiso terrestre… “per una poma”. Un connubio, quello di ritmi etnico-popolari, tipicamente mediterranei e dialetto nordico assolutamente affascinante e carico di forti emozioni. Van De Sfroos è riuscito ad attrarre il suo pubblico in un’unità formale e contenutistica mirabilmente raggiunta e mantenuta con una vena irresistibile di ironia. In tempi di note strimpellate e parole banali, scusate, non è poco.


Se volete dare direttamente un'occhiata al blog di Paullo, cliccate QUI' ( ha anche appena compiuto un anno, andate a fargli gli auguri!)

giovedì 22 novembre 2007

Breve racconto di una lunga serata PARTE 2

Servono parole semplici per entrare dritti nel cervello, la vita è fatta da tanti piccoli fatti, alzarsi al mattino, lavarsi, mangiare, scorrere il tempo fra il percorrere una strada e il pensare alla strada da percorrere e tutto questo significa vivere... così come amare soffrire e gioire e quando dentro rimane la pace di un silenzio vincitore, nasce una poesia...

L'è mea vèra che nel silenzio
dorma dumà la malincunìa
l'è mea vèra che un tuscanèll
l'è mea bòn de fa una puesìa

Una poesia è una piccola cosa, ma quando hai finito di leggerla, di recitarla o di scriverla, bella o brutta che sia, quando l'hai sentita davvero tua, ti fa guardare lontano un po’ più padrone di te stesso, come se di te stesso hai ritrovato qualcosa e lo tieni saldamente in mano. E vai con il vissuto del tuo scontro generazionale, de fiöö càn o campion, del lègn di ier e dla plastica de incöö, e vai come una barca sul lago, tracciando scie leggere, e vai assieme alla tua vita cercando di esserne protagonista ("la vita la gira fin che gira l'elica, ma la gira per nagööt se te ghet mea ben in man el timon") in cerca di una luce, miraggio d'infinito che dia energia per trovare tutti i giorni un motivo per affrontare il giorno dopo ( "non ho incontrato gente, ma solo fari accesi, non crescono girasoli qui dove il mondo è spento... ed ho imparato i segni e i sogni della roccia, gli ho mescolato i miei, l'ho frantumata tutta") e affrontarne le difficoltà.
La serata continua con sempre maggiore intensità, con la musica che si mescola alle parole di Davide strappando sorrisi, risate e pensieri ad un pubblico attento, gioioso e partecipe. Mi viene da pensare a come sarebbe stato bello se a scuola l'Iliade e l'Odissea ci fosse stato Davide a spiegarcele: credo che le avremmo sicuramente amate tutti.
Davide si lascia andare nei suoi monologhi, con un atteggiamento in cui sembra chiedere scusa, di chi dice: "Scusatemi se mi hanno voluto qui e vi racconto tutte queste cose, scusatemi se so tutte queste cose", ma noi lo staremmo a sentire per ore e quando usciremo da qui, sono certo che ognuno di noi avrà un po' più capacità di capire come una nuvola fa più azzurro l'azzurro di un cielo, o come un barattolo in un campo fa più risaltare ciò che ha attorno di pulito e di essenziale.
Scorrono le canzoni, scorrono i pensieri e l'adrenalina del pre-concerto si trasforma in adrenalina di emozione ascoltando "Il cavaliere senza morte", un pezzo che non so definire in altro modo che geniale.
La mia nonna Adele, la nona Nina per tütt i gent del sò paees, balla anche lei sulle note della nonna stria e tutti noi inseguiamo le note del violino di Anga che volano nell'aria.
Anga spesso ha strappato applausi a scena aperta con i suoi virtuosismi, applausi meritati da quest'uomo che alla musica dedica passione e rispetto.
Applausi meritati anche da Tiziana Zoncada, che colora con la sua voce, creando armonie vocali di estrema bellezza, ciò che Davide e Anga hanno costruito in questa serata.
La serata arriva ormai al suo epilogo. Una fine prima o poi ci deve essere, ma la sensazione è che tutti, ma proprio tutti, avrebbero voluto rimandarla fino a chissà quando perché...

"sö questa vita che vìvum de sfroos
sö questa vita che sògnum de sfroos
in questa nòcch che prégum de sfroos"

una volta tanto abbiamo ripreso il nostro posto. Un posto di persone che lasciano scorrere i pensieri ed i ricordi per riconoscersi, perché senza di essi non sappiamo chi siamo e nessuno di noi vuole perdersi nella nebbia che avvolge l'orizzonte della vita: sono certo che il lago conosce le sue gocce d'acqua una per una e ne conosce la diversità.
Arrivano i saluti, arrivano i ringraziamenti, quanti ne ho dimenticati! So che poco dopo tutto finirà e domani vedrò le sedie verdi di questa sala rimaste vuote e un grande occhio guardarle dalla parete e sorridere, pensando alla gente che ha visto sorridere e giocando con la musica rimasta ancora in sala e che solo lei saprà sentire.
Guardo la gente andare via. Alcuni li conosco, alcuni li conoscerò, altri forse no, ma stasera tutti sono stati qui e tutti mi hanno dato qualcosa da portare nel mio ricordo e nella mia speranza che la musica del pensiero sia infinita.
Ad ognuno di loro che se ne va e che spero un giorno di ritrovare ancora qui, per ringraziarli avrei voluto cantare una canzone, anche se non ho la voce di Davide. Allora l'ho cantata nel cuore, tanto lì suona sempre bene...

ciàpa i mè suspiir
e porta indree i suriis
basa la muntagna
cunt i cavej griis....

Grazie a Davide, a Marco, a Gianni... grazie ad Anga e alla splendida Tiziana, grazie a tutti voi per il vostro essere uomini prima ancora che artisti.
Grazie a mia moglie Rita per aver collaborato alla stesura di questo resoconto.
Grazie a tutti voi che mi avete letto e a quelli che in più ci sono stati.

Ed ora è Eliana ad essere li a braccia aperte,




per contenere tutto il vento che questa sala gli ha regalato e che contribuirà a farla volare sopra la vita e vederla dall'alto, ora che in lei c’è un nuovo sapere, una nuova verità che prima non poteva conoscere.

" rùeera la Breva a scancellà questa mia scia... ma el segn de la mia storia la poorterà mai via".


Renato

P.S. scusatemi per gli eventuali errori di scrittura in dialetto.

martedì 20 novembre 2007

Ma guarda un pò!!

Girando per youtube, guardate cosa abbiamo trovato!
E' una canzone del nostro spettacolo con Giovanni.....qualcuno è stato più veloce di noi a metterlo su internet!

Cliccate quì per visualizzare...

lunedì 19 novembre 2007

Lo “stornello del Lario” incanta i paullesi

RASSEGNA STAMPA LOCALE : Lo “stornello del Lario” incanta i paullesi

Se volete visualizzare l'articolo, cliccate QUI'

Breve racconto di una lunga serata PARTE 1

Il giorno dopo rimane in casa attorno a me un sottile disordine... fogli, buste, pennarelli e colla, volantini e manifesti. Forse è un po’ lo stesso disordine ordinato che sento dentro, un lasciarsi andare dopo l'adrenalina accumulata nei giorni scorsi ed un tempo di vita che finalmente sembra almeno un poco allungarsi, dimenticandosi in qualche momento degli orologi.
Gli occhi corrono sul manifesto... Davide sta lì a braccia aperte

e oggi più che mai mi rendo conto di quanta vita sanno contenere quelle braccia, quel largo ideale abbraccio con cui sembra voler raccogliere parole, ricordi, gesti e pensieri di un mondo che scorre intorno a lui e del quale lui cerca di cogliere l'essenza. E lo fa così, con semplicità, con l'umiltà dei grandi che partono dalle piccole cose del loro piccolo mondo per uscire dai confini del banale, del risaputo e dello scontato, cercando dalle semplici storie ed esperienze quotidiane, la strada per capire la grande trama che c'è nello scorrere della vita.
Perché noi siamo questo, piccole storie che compongono la grande storia che si svolge sul grande palcoscenico della vita e ognuno di noi, inseguendo il sogno mai stanco che c'è in lui, traccia un pezzo della strada sulla quale scorre l'umanità nel suo viaggio verso la propria utopia.
Davide il suo show lo inizia quando arriva. Lo stiamo aspettando e lui è già in sala che dialoga con la sua chitarra... Dà subito una grande manifestazione di professionalità quando affida la chitarra alle mani di Emanuele chiedendogli di suonarla per poi vagare per la sala dando consigli ai fonici per ottimizzare il suono. Personalmente, il suono mi giunge un po’ cupo, ma la sala è quella che è, senza infamia e senza lode dal punto di vista acustico e spero che la sera con il pubblico e tutte le finestre chiuse la situazione migliori.
Un attimo in cui con semplicità, come davvero si fa tra amici, ci racconta un momento della sua vita famigliare e anche noi, seguendo le sue parole, vediamo una carriola piena di legna vagare sulle stradine famigliari di un giardino, poi la cena.
Il momento della cena è quello in cui davvero chi ha sensibilità può dare un tocco in più. Davide è un uomo di grandissima cultura, ma non te la sbatte in faccia, te la offre a dosi di semplicità con un modo di esprimersi poco convenzionale e molto popolare, quasi da bar. Lo sappiano, i signori che si vestono di spocchioso intellettualismo e che la loro presunta cultura la porgono solo a chi li rispecchia: Davide con il suo linguaggio lascia qualcosa dentro a tutti. Naturalmente non può farlo con chi non vuol proprio ascoltare, ma questo non dipende da lui.
Quando sale sul palco è un amico della cuoca, dei tecnici del suono e delle luci, dei ragazzi del mio staff e di chi ha lavorato per la Croce Bianca... è un amico di chi sta in sala ad ascoltarlo.
Prima di salire, aveva ascoltato con me l'ultimo brano affidato a Teatro Frontiera. Mi sono scusato con lui per avergli rubato un po’ di parole, ma, con un gesto eloquente, mi ha dato modo di pensare che non ne ce n'era bisogno: aveva già capito tutto da solo... e lo dimostra la canzone che ha scelto per iniziare lo spettacolo.

E adèss che canzòn te canti, che la chitàra l’ha purtada via el fioemm
E adèss che canzòn te soni, che la mia trumba l’ha bufàda via el veent...
Le nostre lacrime sul Mississipi sono difficili da far vedere
Le nostre urla dentro l’uragano
e queste assenze da lasciar tacere
E come mai piovono aghi da lassu' ?
e siamo bambole voodoo trafitte in ogni punto ormai...
E te...desmètt de piaang o mon amour
Te tegneroo la man toujour...
e ti riporto a New Orleans


Lo reputo un regalo che mi ha fatto, con quella canzone ha reso omaggio ad un desiderio di mia figlia e lo ha fatto dedicando una canzone ad una città sognata e ferita, ma è solo il primo di una grande serata.
Una serata che continua fra il racconto di una sambuca che ci ha fatto familiarizzare e alla quale dobbiamo il calore che subito anima la serata, una sambuca che ora mi fa sentire nell'immaginazione il profumo di assenzio e fa viaggiare una streghetta verde nella parte alta dei pensieri e senza quella streghetta, la serata non sarebbe stata la stessa.
C'è un cielo pieno di stelle, anche se da li, in quella stanza quelle stelle che ci fanno sognare non si vedono, ma le stelle entrano in noi, nella nostra storia. Stelle rosse e stelle a strisce che stravolgono e offendono la parola libertà, stelle offese dalla storia, ma Davide gli rende giustizia e gli restituisce la loro funzione di fantasia e di utopia accesa nel cielo di una speranza... e quando una stella cade forse si spunta un po’, ma a me piace pensare che quando cade una stella accesa nel cielo del cuore di uno di noi, quella stella rimanga lo stesso nel cielo.......

sabato 17 novembre 2007

Aggiornamento

E' stata inserita la galleria fotografica dellaserata con Davide Van De Sfroos!!!
Andate a darci ono sguardo.

Appena possibile verrà ulteriormente ingrandita!

Emanuele,

giovedì 15 novembre 2007

Grazie di cuore a chi è venuto a Paullo regalandomi un'immagine di pubblico caldo, appassionato e corretto. Vi assicuro che un pubblico così è davvero spettacolo nello spettacolo.Mi riprometto appena trovo un momento tranquillo in questo periodo in cui sono zeppo di impegni, di tornare sull'argomento.
Renato

lunedì 12 novembre 2007

GRAZIE!!!!!

Grazie!

Grazie a tutti coloro che hanno contribuito a far funzionare al meglio questa serata!

Grazie a tutti voi che avete partecipato, speriamo di rivedervi ai prossimi eventi che organizzeremo!

E naturalmente grazie a DAVIDE , ANGA e TIZIANA! Siete stati splendidi!!











sabato 10 novembre 2007

Informazioni

Siamo ormai ad un passo dal grande giorno, Paullo si prepara sempre con più attesa ad accogliere Davide.
Ci sono ancora alcuni biglietti disponibili e visto che non sono molti, consigliamo di comprarli in prevendita o di prenotarli, il rischio di venire a Paullo e non poter vedere Davide è reale.
Per quelli che vengono da fuori, vi do alcune indicazioni utili per raggiungerci dalla tangenziale est.
Dunque, l'uscita in tangenziale est di Paullo è l'inizio della strada per Crema-Cremona, vi troverete subito dopo lo svincolo che sovra passa la tangenziale su un primo cavalcavia e poi, dopo aver passato due semafori, su un secondo, la strada poi si infila in un sotto passo e quando sbuchi fuori da quattro corsie diventa a due. A quel punto avrete davanti un rettilineo che vi porterà a una grossa rotonda, prendete sulla rotonda la prima strada a destra verso Mombretto-Paullo. Superato Mombretto arriverete ad un'altra rotonda che dovete attraversare e andare dritti, troverete l'indicazione Paullo, proseguendo entrerete in Paullo superando il canale Muzza e proseguendo ancora sempre dritti, dopo un semaforo, arriverete in Pzza della Libertà dove troverete un altro semaforo. Alla vostra destra vedrete il muro che delimita il campo sportivo dell'oratorio, girate a destra in via Mazzini e l'ingresso dell'auditorium è poco avanti sulla sinistra al n.31. Se non trovate subito parcheggio, poco più avanti sulla sinistra ce n'è uno abbastanza grande, lì dovreste trovarlo. Comunque proseguendo sulla via, possibilità di parcheggio ce ne sono.
Ciaooo a tutti.
Renato