martedì 17 giugno 2008

O Scià

Fra chi mi legge sicuramente molti sapranno dell’esistenza di una manifestazione come O Scià.
O Scià è nata nel lontano 2003, quando un uomo solo, armato di pianoforte, si è recato sulla sabbia della spiaggia della Guitgia, nell’isola di Lampedusa per fare un regalo a quell’isola. Quell’isola piena di problemi per i suoi abitanti, di trasporti, di lunghi mesi in cui viene dimenticata e isolata da un mare che diventa ostile, di sanità tante volte negata, di scuole praticamente inesistenti... un’isola di cui si parla solo per le vacanze estive e soprattutto per gli sbarchi dei clandestini.
Quell’uomo si chiama Claudio Baglioni.
O Scià è il saluto della gente dell'isola a chi arriva sulla loro terra e significa: "fiato mio, mio respiro".
Fu un memorabile concerto, di voce e musica, musica di pianoforte e musica del mare. Non c’erano molte persone, ma credo che quelle persone abbiano vissuto un’emozione e un evento che non potranno dimenticare.
La musica non da risposte, ma qualche volta aiuta a porre qualche domanda. Così come la vita, se la guardi dentro, ogni giorno ti pone una domanda alla quale per noi uomini semplici è difficile rispondere, ma più spesso i cosiddetti potenti o i cosiddetti intelligenti sanno rispondere ancora meno... e allora nel loro sproloquiare ti portano via, o ti nascondono anche la domanda.
Quell'uomo fra la musica del pianoforte e la musica del mare ha saputo ascoltare un silenzio, quello dell'anima che fa percepire il battito del cuore, ma non il proprio, il battito del cuore di chi ti sta accanto ed ha compreso come non puoi chiamarti uomo se non riconosci ai cuori accanto la stessa dignità del tuo.
Ed O Scià è diventata la cassa di risonanza per il problema dei migranti, per i tanti viaggi di quei disperati che fuggono dalla miseria e dalla sopraffazione dei loro governanti per cercare un futuro.
Per dirla con parole di Claudio, partono per un viaggio che sperano sia il primo, non l'ultimo.
Dopo quel primo concerto O Scià ha portato su quella spiaggia cantanti in quantità, pubblici numerosi... e quando una manifestazione diventa di massa gli interessi cambiano. Servono soldi dalle istituzioni, servono favori dei discografici per poter avere la disposizione degli artisti con tutto ciò che ne consegue.
E allora prevalgono gli interessi di chi ha bisogno di notorietà e una simile manifestazione diventa trampolino di lancio per questi politici hai quali hai chiesto qualcosa, per i discografici che devono in qualche modo far tornare i conti di una discografia asfittica.
Ma lo spirito della manifestazione vive comunque, vive per la passione di Claudio che pure passa fra tante incoerenze che spesso davvero non comprendo, vive per tante persone semplici che si accontentano dell'ultima fila pur di esserci, vive per tutti quelli che vogliono che l'isola che c'è in ogni uomo diventi domani un grande arcipelago di giustizia.
La manifestazione vive ed è arrivata fino ad oggi in un crescendo, se non di motivazioni, di certo di grande pubblico.
Ma oggi, come dicevo prima, con il troppo forte coinvolgimento della politica, più che mai sembra che O Scià stia risentendo del momento politico che stiamo attraversando.
Non tanto per il responso delle elezioni, ma per la naturale difficoltà che c'è a riavviare la macchina politica quando le elezioni si sono appena concluse e le varie forze politiche si trovano a fare i conti con i nuovi orizzonti che si trovano davanti.
La politica vive su equilibri strani e a quanto mi pare di capire, non basta la netta vittoria di una formazione politica alla regione Sicilia, uno degli enti finanziatori, cosa che personalmente credevo potesse bastare per prendere delle decisioni sui capitoli di spesa, serviva anche che si delineasse meglio il quadro totale delle elezioni provinciali e comunali che ci sono appena state in Sicilia.
Praticamente ancora non possiamo sapere se O Scià potrà avere i finanziamenti necessari per poter avviare la macchina dello spettacolo di quest'anno.
Quanto potrà essere questo tempo? Personalmente non credo che sapremo gran che fino all'inizio del mese prossimo, spero di sbagliarmi, ma ciò che solitamente appaiono come i tempi della nostra politica, mi fa pensare a questa cosa.
E poi, alla fine di tutto questo, ci saranno i soldi?
I nostri politici che sostengono questi governi, nazionale e regionale siciliano, portano tra le altre ragioni della loro affermazione elettorale (a torto o a ragione, non credo sia questa la sede per parlarne), una ragione come l'affermazione della sicurezza per i cittadini.
Sicurezza che vogliono sostenere principalmente attraverso la lotta alla clandestinità fino a ventilare, da parte di alcuni di loro, la possibilità di creare un reato di immigrazione clandestina.
Alla luce di questo, mi viene da pensare che, per i nostri politici, trovare una motivazione per sostenere economicamente una manifestazione che chiede dignità e attenzione per i migranti, non credo che gli sarà facile
.
Migranti che non sono certamente nella loro stragrande maggioranza destinati ad un futuro fatto di delinquenza, ma in gran parte, sicuramente fatto proprio di clandestinità.
Viene anche da pensare che le difficoltà logistiche ad allestire una simile manifestazione
col passar del tempo diventano amplificate. Una simile manifestazione abbisogna di certezze per allestire i trasporti necessari, visto che Lampedusa non è poi così tanto agevole da raggiungere.
E poi il numero notevole di addetti. Di questo passo avranno difficoltà anche a reperire i posti dove alloggiare gli artisti e il personale necessario, visto che non credo che gli albergatori Lampedusani stiano restando in attesa della venuta del Messia, prima di affittare i posti letto.
Penso a Claudio, penso a quante energie ha speso per questa manifestazione che io in passato spesso mi son trovato a criticare e che anche oggi mi trova perplesso per tante ragioni che non voglio dilungarmi a spiegare e che forse si intuiscono anche da ciò che ho scritto, ma credo nella sua buona fede.
Penso che forse, al di la delle tante incoerenze, Claudio più di ogni altro crede nel valore di questa manifestazione e della sua capacità di sensibilizzazione delle coscienze e allora... vorrei tanto che se ne riappropriasse.
Vorrei tanto che ritorni a fare di questa manifestazione la sua manifestazione, non la manifestazione dei politici e dei discografici.
Vorrei che provi, almeno questa volta per non far scomparire la manifestazione sotto il cumulo della burocrazia e degli interessi personali di chi gli ruota intorno, a riappropriarsene davvero, per tornare a fare di O Scià la manifestazione che è stata la prima volta.
Per fare in modo che il respiro dei tanti uomini semplici serva a sgombrare le coscienze dalle nebbie di una società che spesso si dimentica degli ultimi.
Nel mio piccolo chiedo a Claudio di riprendersi la sua chitarra e il suo pianoforte e di andare su quella spiaggia da solo, tuttal'più con i suoi fidi musicisti, per tornare a ribadire che O Scià è qualcosa che vuole vivere nonostante tutto, perché nonostante tutto, sono certo che in Claudio si è mantenuto l'ideale vero e limpido che ha portato alla nascita di questa manifestazione e sono certo che O Scià è solo Claudio, il suo pubblico con la sua sensibilità nel bene e nel male, i Lampedusani anche loro nel bene e nel male... e nient'altro.
Renato

martedì 3 giugno 2008

Testi serata con Davide Van De Sfroos

Inseriti i testi affidati all'interpretazione delle ragazze di Teatro Frontiera nella magica serata con DavideVan De Sfroos, cliccate Qui per leggerli.