venerdì 4 aprile 2008

Partire per tornare

Il nuovo giorno inizia con il buio di una notte ormai divenuta vecchia, l'auto corre fra filari d'alberi e la luna si nasconde tra le fronde e le nuvole. Luci che si avvicinano per sparire velocemente nel buio dietro di me ed ogni tanto luci che si materializzano in un paese.
Una nuova partenza, una delle tante, simile a tante altre e ancora una volta un po’ nuova.
Si parte perché qualcosa ci aspetta, forse un sogno, forse un miraggio, forse un'utopia o anche soltanto una speranza... forse anche solo per il bisogno di andare.
Si parte sapendo di tornare e sperando di tornare un po’ più ricchi, più ricchi di esperienza, ma soprattutto di sorrisi e di abbracci attorno a noi.
Si parte per andare laggiù dove si raccoglie e dove più forte si sente la voglia di tornare, perché quando hai vissuto forte si sente forte la voglia della sedia che hai lasciato, del vino, del formaggio e del salame della tua cantina.
Un paese, è ancora notte fonda, mi sembra che si chiami Pontenure... proprio dentro l'abitato un'auto schiantata contro un muro, sirene d'ambulanza, carabinieri e un gran affaccendarsi intorno a quelle lamiere contorte. Girano le luci blù delle macchine di servizio a colpire la notte, girano le voci concitate di chi cerca di aiutare a svegliare il silenzio, un carabiniere mi fa cenno di non fermarmi e proseguo la mia corsa.
Anche chi era in quella macchina è partito per tornare come me, spero che possa tornare davvero... per raccontare domani agli amici di quella strada che si è stretta troppo davanti ai suoi occhi, per raccontare di quella sterzata che ha portato la macchina dove non si voleva che andasse, per raccontare di quel muro che è venuto incontro troppo in fretta... per raccontare che quel cocktail è troppo buono, che quel vino è generoso e inebriante, che quella grappa aromatizzata è squisita, ma che se si bevono quando si viaggia a fianco di chi guida, sono immensamente più buone.
Renato

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