martedì 6 maggio 2008

Insegnamenti...

Fra le tante positività di Luca, ci sono insegnamenti che credo noi tutti, ed in particolare i ragazzi, dobbiamo cogliere.
Luca amava il calcio, lo amava profondamente e senza nessun desiderio di divismo. Amava il senso che conteneva nell'essere essenzialmente gioco di squadra, nell'essere un gioco che insegna ad essere solidali e a sostenersi l'un l'altro. Così, come succede a tutti quelli che amano i giochi di squadra e non amano i riflettori ad ogni costo.
Rubo parole di una persona che conosceva Luca meglio di me e che ha cercato di interpretare una parte di quello che sarebbe stato il testamento spirituale che Luca di sicuro ci avrebbe lasciato, se avesse fatto in tempo a scriverlo di suo pugno:

" Volevo solo raccomandarvi di restare uniti, perché ho lasciato i miei familiari a giocare una partita molto difficile per la loro vita terrena. Quindi vi chiedo di restare uniti come una squadra, perché una vera squadra è vincente solo quando è compatta. E se dovesse perdere, sono convinto che unita riesce sempre a risolvere tutti i problemi di questa partita della vita, anche se a volte è molto difficile."

Perché questo è il senso vero dell'amicizia, dell'amicizia portata al servizio di un gioco che lui amava, oppure viceversa, un gioco che amava al servizio di un insegnamento su come essere davvero amici.

Ma c'è un'altra cosa che credo forse sia ancora più importante.

Luca non amava studiare, ma non ha cercato alibi o scuse, ha scelto giovanissimo di prendersi le sue responsabilità e giovanissimo è andato a lavorare.
In poco tempo era diventato molto apprezzato per la passione con cui svolgeva il suo lavoro di idraulico, ed in poco tempo, in questo campo si era messo in condizione di dire la sua con cognizione di causa.
Prendeva il suo lavoro con serietà, così come con serietà si recava agli allenamenti, in questo modo si costruiva un futuro certo da idraulico, uno certo di appassionato calciatore e un altro che era la somma di tutto questo, quello di essere uomo.
Credo che da qui possa uscirne una riflessione rivolta ai tanti ragazzi che passano la vita cazzeggiando in improbabili percorsi scolastici, volti a creare un illusorio senso di impegno nei confronti di quel particolare periodo della loro vita che è l'adolescenza.
Se non c'è passione, voglia, interesse nello studio, si finisce con l'acquisire un diploma che non vi darà gran che e, magari dopo anni in più del necessario, avrete fra le mani un pezzo di carta che difficilmente vale quel che dovrebbe.
Luca, aiutato e soprattutto, compreso dai genitori, si è reso conto di tutto questo.
Come dicevo, la sua è stata una intelligente scelta di responsabilità che lo avrebbe portato ad imparare un mestiere, uno di quelli di cui oggi c'è particolarmente bisogno.
Questo voglio dire ai ragazzi... piuttosto che tirare a campare in uno svogliato percorso scolastico che vi fa essere di fatto eterni adolescenti, è molto più intelligente e responsabile scegliere un mestiere.
Uno dei tanti mestieri che oggi servono a questa società e, forse in un vostro domani (quando sarete donne e uomini veri con l'adolescenza nel suo posto giusto, nel cuore), tornerete a scuola con una nuova voglia e determinazione per rafforzare e sancire ciò che la vita vi avrà insegnato.
Io sono certo che Luca lo avrebbe fatto!

2 commenti:

Anonimo ha detto...
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Anonimo ha detto...

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