mercoledì 9 luglio 2008

Una canzone per te...

In questi giorni spesso mi gira nel pensiero una canzone.
Una canzone che dei cari amici hanno voluto dedicare ad Eliana in occasione di un loro concerto avvenuto poco dopo la festa della donna del 2007. Mi riferisco a Tiziana e ad Angapiemage con i loro Jentu.
Gli Jentu, ragazzi che sanno quanto sia difficile vivere di musica, quando della musica si rifiutano tutti i compromessi per fare in modo che resti musica soltanto.
Grazie Tiziana, grazie Anga, grazie carissimi Jentu... e chissà che un giorno davvero si vedrà che avete ragione voi.

Renato


Eccovi la canzone, è di Fabrizio de Andrè...


IL sogno di Maria.

"Nel Grembo umido,
scuro del tempio,
l'ombra era fredda,
gonfia d'incenso;
l'angelo scese,
come ogni sera,
ad insegnarmi una nuova preghiera:
poi, d'improvviso,
mi sciolse le mani e le mie braccia divennero ali,
quando mi chiese - Conosci l'estate
io, per un giorno, per un momento,
corsi a vedere il colore del vento.
Volammo davvero sopra le case,
oltre i cancelli, gli orti, le strade,
poi scivolammo tra valli fiorite
dove all'ulivo si abbraccia la vite.
Scendemmo là,
dove il giorno si perde a cercarsi da solo
nascosto tra il verde,
e lui parlò come quando si prega,
ed alla fine d'ogni preghiera
contava una vertebra della mia schiena.
Le ombre lunghe dei sacerdoti
costrinsero il sogno in un cerchio di voci.
Con le ali di prima pensai di scappare
ma il braccio era nudo e non seppe volare:
poi vidi l'angelo mutarsi in cometa
e i volti severi divennero pietra,
le loro braccia profili di rami,
nei gesti immobili d'un altra vita,
foglie le mani, spine le dita.
Voci di strada, rumori di gente,
mi rubarono al sogno per ridarmi al presente.
Sbiadì l'immagine, stinse il colore,
ma l'eco lontana di brevi parole
ripeteva d'un angelo la strana preghiera
dove forse era sogno ma sonno non era
- Lo chiameranno figlio di Dio -
Parole confuse nella mia mente,
svanite in un sogno,
ma impresse nel ventre."
E la parola ormai sfinita si sciolse in pianto,
ma la paura dalle labbra
si raccolse negli occhi
semichiusi nel gesto d'una quiete apparente
che si consuma nell'attesa
d'uno sguardo indulgente.
E tu, piano, posasti le dita all'orlo della sua fronte:
i vecchi quando accarezzano
hanno il timore di far troppo forte.

Nessun commento: